I live my life for you
Think all my thoughts with you
Anything you ask I do, for you
And only you
I touch your lips with mine
But in the end
I leave it to the lords
Leave it in the lap of the Gods
What more can I do
Leave it in the lap of the Gods
Laaaaap
of the Goooods….
Cantavano in coro Haru e Jasper.
La canzone dei Queen scorreva come molte altre erano
rimbalzate tra le mura dello scantinato/laboratorio di Haru mentre tra
provette, centrifughe, misurini e fornelli i due giovani stavano ultimando la preparazione
della ricetta definitiva della loro sostanza, della loro creazione.
Erano eccitati e sicuri di ciò che stavano facendo.
Lavoravano in camice bianco allegramente cantando, ballando e fantasticando
riguardo le potenzialità della sostanza, Pensa la miriadi di applicazioni in
campo medico…nella psicoterapia, disse Haru, Pensa scopare nei sogni, disse
Jasper.
What more can I doooooo???
Cantavano ancora. Per poi bloccarsi immediatamente. Haru si
fece indietro allargando teatralmente le braccia e lasciando spazio a Jasper; era
immobile come una statua mentre Jasper inclinava il proprio asse verso una
provetta con un contagocce in mano, Ed eccole: gocce di estratto di genio
jasperiano a dar vita…
È stata un’ottima idea Jasper.
…certo perché allo stesso tempo stabilizza e sballa.
Sballa?
Sì non preoccuparti, la tua camomilla continuerà a essere
completamente atossica.
Camomilla? Non hai detto questo la prima volta che l’hai
provata.
Puff…robetta. I nostri ultimi sogni sono le prove che
questa ricetta è la definitiva. La tua idea, il tuo slancio, non lo nego, è
stato geniale, ma la parvenza di lucidità inerte e inerme che avevi ottenuto
sono niente rispetto al controllo che gli ho aggiunto. Prima eravamo svegli
dentro un sogno, spettatori. Ora possiamo diventarne gli attori, i
protagonisti, i registi, gli dei.
Non stai correndo troppo?
Non hai detto questo così la prima volta che l’hai
provata, rispose Jasper facendo l’occhiolino all’amico.
*
Sminchiocisteina, cazzinlculedrina, salfighina, mescola,
gira gira cuoci togli…conta conta, e la nostra droga per il grembo degli dei è
bell’e pronta.
Che coglione che sei, ma ti concentri davvero così?
Sì, sì sorellina…ma silenzio che sei di fronte a Dio nel
bel mezzo della creazione, porta rispetto.
Hai aggiunto un piccolo tassello a una mia creazione e ne
sei già diventato il Sommo creatore?
Piccolo tassello ma essenziale. La tua era una sostanza
morta, io le ho dato vita…”Io solo sono riuscito a scoprire il segreto di
infondere la vita, macché, anche di più: IO, PROPRIO IO, SONO DIVENUTO CAPACE
DI RIANIMARE NUOVAMENTE LA MATERIA INANIMATA! SI PUO’ FARE!!! Aigor, diventeremo
ricchi.
Che idiota! Ma non canterei vittoria troppo presto,
occorrono altri test Dottor Frankestein.
Che palle che sei Aigor, che palle.
*
Presentazione di LAP all’ora del tè
Pochi giorni dopo.
Buonasera a tutti. Io e il mio socio abbiamo apportato le
ultime modifiche alla sostanza che ci avete aiutati a testare. Sinteticamente
non è cambiato un granché. Sembrerebbe più stabile e in questo modo le
ripercussioni negative dell’inconscio dovrebbero essere di minor entità anche
se questo aspetto, come ben avrete capito, è soggettivo e comunque il mondo dei
sogni è appannaggio dell’inconscio e quindi una pacata accettazione è, a mio
modesto parere, il modo migliore per affrontarlo/sopportarlo.
Disse Haru nel salotto di casa sua di fronte alle “cavie”
che si mostravano molto interessate alle sue parole pur rivolgendo veloci
sguardi preoccupati al socio di Haru che intanto, mentre ascoltava il discorso
si fece stranamente silenzioso e pensieroso. A testa bassa grattandosi la nuca
per poi alzare improvvisamente la testa come colto da una folgore, La sostanza
sembrerebbe, la sostanza parrebbe, forse, anche se…la sostanza…insomma, miei piccoli
topini da laboratorio, qui si parla di inconscio ma anche di piena
realizzazione del razionale, far rientrare nel razionale ciò che prima non lo
era... Comunque è vero, le “trappole dell’inconscio” nei sogni sono più
“toste”. Tutto giusto, tutto corretto come sempre quando parla la mia sorellina
del sol levante, ma aiutiamoci in qualche modo. Le parole sono importanti. Gli
esseri umani hanno bisogno di certezze, di definizioni. Al diavolo i
condizionali e al diavolo la “sostanza”, come la chiamiamo tutti o peggio
ancora la “droga” come l’apostrofa il nostro anacronistico Lord – il Lord
sbuffò annoiato mentre il professore indagò il volto di Haru con noia e disagio
come a dire, Ci risiamo, e il resto degli invitati, delle cavie rimbalzava il
proprio sguardo dal viso di Haru a quello di Jasper con eccitazione.
Sentite, sentite. Jasper va allo stereo e schiaccia play.
Ti prego, non le tue musiche da squilibrato.
Non ti preoccupare vecchio trombone, questa roba è in
puro stile british come piace a te.
Nell’ampia sala della casa di Haru cominciarono a suonare
in successione le due canzoni dei Queen che i due ragazzi ascoltavano mentre
ultimavano la preparazione della sostanza: In the lap of the gods e In the lap
of the gods…revisited.
Avete sentito? L’argomento è lo stesso ma le due canzoni
sono molto diverse. Ma si parla di un grembo. Del grembo degli dei. La cacciata
dall’eden, la mancanza del conforto. Il grembo è malinconia e godimento. La
tana scalda ma eccita allo stesso tempo. LAP, ecco il nome della nostra
creazione. Ascoltando queste canzoni è nata e da queste è giusto prendere
ispirazione per darle un nome. È perfetto: LAP. In tutti i suoi significati,
non convenite?
Jasper era in stato di grazia. Per nulla fastidioso e
quasi alla ricerca di consensi. Ovviamente tutti sapevano bene che non gli
interessassero consensi ma era comunque meglio dei soliti insulti e della sua pesante
alterigia.
LAP: il grembo. Il mondo dei sogni è il nostro grembo, la
nostra culla. Quello in cui ci troviamo, che ci accoglie e di cui possiamo
diventare i padroni – sguardo dubbioso tra Haru e il professore. LAP: il giro. Il controllo dei sogni ci fa
compiere un giro attorno al nostro io,
frequentando luoghi prima inaccessibili; ma questo significato è il meno
indicativo e interessante. Sentite gli altri e approfittate della vastità delle
mie conoscenze. Cazzo, Haru, Herr professor, Lord, dovreste essere voi ad avere
spunti linguistici…ma se non mi muovo io qui non si fa altro che prendere
polvere – sguardo tra i presenti, Ecco è
tornato il vero Jasper –, ma andiamo avanti. LAP: leccare, lambire,
bagnare. Insomma figlioli, devo spiegarvi io in che modo i significati di
questa fantastica parola calzano alla perfezione con gli effetti che produce?
Sentite lap, lap, lap…
Jasper andò avanti per diversi minuti a ripetere LAP,
mimando sesso orale e dicendo quanto l’onomatopea della parola LAP
rispecchiasse perfettamente l’atto di leccare. Nel mentre gli invitati avevano
smesso di dargli attenzione e cominciarono a parlare tra loro. Nonostante i
modi, Jasper aveva convinto tutti. La sostanza che tanto aveva attratto il loro
interesse aveva finalmente un nome: LAP.