sabato 30 gennaio 2016

1 Pilota



Due anni dopo

Sul marciapiede di fronte alla casa di Haru c’è un macchinone esausto (nero opaco). Jasper (capello biondo con taglio corto ai lati e un accenno di ciuffo impomatato da duro anni '50 e barba di tre giorni) esce fuori dalla macchina dal sedile posteriore. Saluta il guidatore e si gira.
Quando vede Haru ha un lieve sussulto. Jasper gli si avvicina con un sorriso di sfida, Stavo giusto venendo da te.
Haru gli va in contro con lo sguardo sprezzante, Continui a vederlo, se penso a come lo trattavi un tempo... ora sei diventato il suo tirapiedi.
Jasper risponde con lo sguardo basso mentre si sistema l’orlo della giacca che a dire il vero è perfettamente al suo posto, Mi pare che ne avessimo parlato... quando capirai? Quest’uomo ci farà diventare più ricchi di quanto noi possiamo immaginare. Prima era uno dei più grandi sfigati che avessi mai conosciuto. È stato lui a riconoscere il potenziale della droga e a trovarci i primi clienti. Ti ricordi che prima viveva con la vecchia madre in quella topaia a Bridport place? Ora ha un attico a Kensington. Vuoi che ti presenti la sua donna? Ne ho viste poche di fighe del genere. Senza di noi non sarebbe nulla ok, ma è a lui che dobbiamo le nostre fortune, ricordi Haru?
Jasper, io e te siamo diversi. Credevo che tu l'avessi capito. Non mi interessa la ricchezza, sono cresciuto in ambienti ricchi e mi pare che anche tu sia sempre stato più che benestante, gli risponde Haru abbassandosi il cappuccio della felpa sulla testa e sistemando le mani nelle tasche.
Haru sei ingenuo come sempre. So cosa vuoi, ma nessuno ci permetterà di utilizzarla a scopo terapeutico, hai presente cosa vuol dire e che lobby ci sono dietro? Insinua Jasper mostrando ora un sorriso sardonico.
Non mi interessa. Io voglio capire quali sono le potenzialità, non mettere sul mercato una nuova droga.
Oh mio dio, la droga! Questa roba non fa male neanche a un bambino! Che problemi ti fai?
Non farà male ma, usarla come fai tu o come vorresti che venisse utilizzata, è pericolosissimo. Le persone cesserebbero di vivere nella vera vita a discapito del sogno che gli proponiamo, ti rendi conto?
Questo lo pensi tu e mi pare che tu stia esagerando, e poi cazzi loro! Sbotta Jasper agitando le mani.
Haru fa per voltarsi ma Jasper lo trattiene per un braccio, Dobbiamo parlare, dice a Haru con tono perentorio e minaccioso.
Haru che gli sta ormai quasi dando le spalle, con il braccio ancora stretto nella mano dell'altro risponde senza guardarlo, Ci siamo detti tutto quello che dovevamo - (sfila il braccio dalla presa con uno strattone e si volta).
Jasper a Haru, Preparati. Verranno a dirti dove e quando. Ormai siamo in ballo e dobbiamo ballare socio, lo sai. Stai vedendo le cose in modo troppo negativo. Aspetta che lui ti parli, fidati, cambierai opinione. E poi tua madre ormai è morta, dovresti cominciare a pensare ad altro. La nostra creazione si sta espandendo e non puoi far finta di nulla. Controlla il telefono, ti ho girato il link di un articolo di cronaca. È risuccesso quello che successe al professore.
Ciao Jasper, dice Haru, e se ne va.

*

Haru entra in casa. Si siede su uno sgabello mentre sul bancone della cucina laccata rossa in stile americano una tazza di caffè fuma appannandogli gli occhiali.
Legge la notizia. “Nuovo caso di setta suicida a causa della droga dei sogni.”

*

Due anni prima

È notte e Haru scende delle scale a chiocciola che conducono ad una tavernetta in cui c’è una stanza che potrebbe essere quella di un ospedale. Sdraiata su di un letto sanitario con sponde semoventi, affiancato da un trespolo fitto di flebo e macchinette di monitoraggio e dispensatrici di farmaci, una vecchia donna giapponese. Haru la bacia sulla fronte ed estrae dalla tasca una fiala simile a quelle per lo smalto delle unghie con tanto di tappo/pennellino. All’interno c’è una sostanza liquida trasparente. Haru estrae il pennellino e lo passa sulle labbra della madre ripetutamente fino a che della sostanza non rimane traccia. Cerca e trova nella stessa tasca un’altra fiala che apre e si beve. Si stende in fine nel letto accanto alla madre.

*

Madre e figlio piccolo (giapponesi) a Londra

Un infermiere dice, Non penso che questa volta si riprenderà. La malattia ormai è ad uno stato troppo avanzato. Chissà chi si prenderà cura del bambino.
Mamma, mamma!
La scena si blocca. Il tempo e le persone. Immobili. La madre di Haru si alza dalla barella e va incontro a Haru prendendolo per mano, Andiamo amore, allontaniamoci da qui. La madre prende per mano il figlio Haru e si allontanano insieme.
La donna cammina con passo trafelato insieme al bambino che le fa domande che lei pare non sentire presa com’è nell’andare da qualche parte, Mamma ma perché le persone sono tristi quando si muore se poi c’è il mondo delle nuvole? Sì, amore, Ma non dovrebbero, però è normale perché poi ti mancano le persone, è vero mamma? Sì, amore. Cosa mangiamo stasera, mamma? Sì, sì Haru, d’accordo. Mamma non mi hai risposto, cosa mangiamo? Non lo so amore, poi vediamo.

Trasporto della madre nella camera della sua casa. Un infermiere dice, I pazienti in questo stato ormai siamo sicuri di affermare che abbiano una sorta di coscienza.


*

Un ragazzo a Londra

Immerso nel buio. Cammino tastando il corridoio per trovare l’interruttore della luce. Non lo trovo, pensavo fosse molto più vicino. La prova che la vista ci inganna, che i sensi, abituati come sono a funzionare all’unisono, da soli ci ingannano. Eccolo. Finalmente trovo l’interruttore ma, con mia grande sorpresa mi rendo conto subito – sono molto diversi – che non è l’interruttore della camera da letto ma del soggiorno. Mi sarò addormentato davanti alla tv, penso; ma la tv non si sente. Accendo la luce e rimango sorpreso, quasi divertito di aver svelato tutti gli arcani. L’interruttore è quello del soggiorno, il tappeto anche, la tv è spenta, ma c’è, ma al posto del divano e del puff ci sono comodino e letto. Ok, sto semplicemente sognando. Uno di quei sogni lucidi. Rari, ma capitano a tutti. Le gambe, come da copione, pesantissime. Mi rendo conto solo ora che raggiungere l’interruttore è stato faticosissimo. La ragione vorrebbe spazzare via tutte le mie congetture prive di logica (come quest’ultima: non ho faticato assolutamente, sto dormendo, mi chiamo Jasper) ma si rende conto che quello non è il suo campo, che in questo momento non comanda. Uno sguardo al letto dove vorrei, almeno mentalmente, tornare a dormire. Comincio a sentire il freddo del panico, la mancanza di controllo che sussiste laddove non c’è logica. Il letto, anche se posticcio e illusorio è comunque una sicurezza. Ma ora lo vedo lontanissimo. Le mie gambe sempre più pesanti, il mio equilibrio sempre più effimero, il panico crescente. Ma, come una spazientita consigliera, una che non vorrebbe neanche aiutare in quel momento, una che vorrebbe esistere solo al patto di poter comandare, la ragione mi venne in soccorso, Cadi, non è reale. Cadi, lasciati andare indietro. E così feci.
Precipitare. Quel buco allo stomaco che sembrerebbe svuotarci fino a farci svenire questa volta è solo una vertigine senza fine. Un perpetuo orgasmo. E su questo pensiero mi sono fermato dalla mia caduta trovandomi caduto su un cuscino enorme con tutte le mie fantasie nude ad aspettarmi.  

*
https://www.youtube.com/watch?v=kMC6c3cQ2ow

Stanza scura illuminata dalla flebile luce di un lampione che si insinua in quello che sembrerebbe uno studio in cui seduto, quasi sdraiato, si vede un uomo di mezz’età in dinner jacket verde di velluto. Di grossa e imponente corporatura e i capelli lunghi fino alle spalle unti e radi. Ha le cuffie in testa e si strofina gli occhi, ridendo ad alta voce.
Cos’è che fai lassù, sei di nuovo ubriaco? Grida una donna mentre bussa alla porta della camera dell’uomo che però non sente perché ha le cuffie in testa. La donna, decisamente sovrappeso e in ciabatte e grembiule da cucina, entra dentro la camera. Perché stai con la giacca in casa? Non è da lavare tra l’altro? Guarda che quella giacca è importante e non voglio che la rovini. Ma mi ascolti? Hai le cuffie? Dai, vieni a mangiare che è pronto.
Mamma, stavo facendo un sogno bellissimo, Ti prego vai a darti una lavata non è ora di dormire questa. E lavateli quei capelli ogni tanto. Me la vuoi dare la giacca che te la lavo, Mamma ci vediamo, esco.

*

Suona la sveglia, sono le 7. Un ragazzo giapponese si sta vestendo, mentre guarda una fotografia dei genitori. Controlla che il suo taglio leggermente asimmetrico sia composto e si mette gli occhiali marroni quadrati stile vintage. 
L’inquadratura corre veloce nell’ampia strada che conduce al college. Entra nel corridoio dando uno sguardo veloce alle foto in bianco e nero degli studenti che fondarono quella scuola per poi inerpicarsi sulle scale e finalmente raggiungere un’aula dove un ragazzo si gira a verso a guardarlo. Ha una felpa con cappuccio. E seduto in modo scomposto sulla sedia di fronte al suo banco e gli fa l’occhiolino con l’occhio destro su cui fa capolino la biglia metallica del suo piercing. È Jasper, Alla buonora, Haru.
Prende posto in aula. Un’aula gremita in cui il professore – lo si sente parlare animosamente ma non si sentono le parole – si sbraccia col fervore di chi è appassionato verso ciò che insegna.
Sognare sapendo di sognare; è la prima frase che l’attenzione tardiva del nuovo entrato gli permette di ascoltare.
Il nuovo arrivato apre il suo piccolo zaino e prende un blocco di appunti dove annota la frase appena pronunciata dal professore. Si scorge il titolo della pagina su cui sta prendendo appunti, La gaia scienza, e subito sotto, Nietzsche.

*
L’ora del tè - Il Lord

Un gruppo di ragazzi nel salotto di casa di Haru. Parlano dei loro sogni.

Perché poco a poco ci si abitua al movimento, vero?
Ma no, a me non capita di notare movimenti, Haru che ci dici?
Haru ha qualche segreto, ma non ci dice nulla, è vero sorellina?
Jasper ci raccontiamo i nostri sogni da non so quanto... ma non posso farci nulla se tu non ti fidi di nessuno, disse Haru volgendo lo sguardo a Jasper solo al termine della sua frase. Perché non ti siedi piuttosto?
Jasper, capelli asimmetrici anche lui ma biondi e lunghissimi da una parte e rasati dall’altra, in mutande, maglietta maniche lunghe arancione e sopra maglietta maniche corte nera di un gruppo metal, salta dal divano alle poltrone del salotto di casa di Haru mentre il gruppo di amici continua il racconto dei propri sogni.
Jasper, porca troia, stavi per farmi cadere la birra, lo rimprovera una ragazza.
Dai, piccola fiammiferaia, raccontaci dei tuoi sogni, fai la questua di sentimenti anche nei sogni.
Jasper! Lo rimprovera Haru non lesinandogli un’occhiataccia, Che vuol dire questua? Chiese la ragazza.
È un tipo di lassativo, gioia non preoccuparti, sono convinto che tu abbia una linea snellissima anche nel mondo dei sogni...
Shh!
Forti rumori dall’ingresso. Si sente battere contro la porta da cui provengono improperi: Muovete il culo brutti figli di puttana!
Siori e siore ecco a voi il Lord. Guardate che bell’esempio di fallimento umano. Si ostina a portare quell’anacronistica giacchetta da nobile inglese ma è un morto di fame, dice Jasper indicando l’uomo appena entrato. Un ex alcolizzato, dice lui, ma io non indago però, tra i vari tipi di puzza che colleziona, di certo non gli manca l’alcol. Ora anche lui si è unito al nostro nutrito gruppo di cavie.
Forza Jasper, andiamo e togliamocelo dai piedi, ma ti prego lascialo un po’ stare, dice Haru a Jasper.
Vedete, cari amici, io farei di tutto per il mio fratellino, gridò in tono solenne in piedi sul divano Jasper.
Se mai foste fratelli ci sarebbe da chiedersi come vi hanno cresciuti visto che siete tanto diversi, evitando di pensare al fatto che uno è giapponese e l’altro inglese, lo punzecchiò un’amica seduta su un divano insieme agli altri ragazzi. Tedesco mia dolce e corpulenta amica, tedesco in tutto e per tutto ma i miei genitori, che il cielo possa dannarli, si sono trasferiti in questo paese al momento della mia nascita per ragioni di cui non frega un cazzo a nessuno.
Corpulenta? Ti sei dimenticato quanto volte hai implorato, invano, che te la dessi?
E quindi? Non ho detto, mia brutta amica. Ho detto mia corpulenta amica, e Dio sa se non sei corpulenta in modo fantastico amore mio, dice Jasper all’amica abbracciandole il seno da dietro mentre la ragazza provava a dimenarsi e schiaffeggiarlo; ma comunque ridendo, Che se poi ti proponessi in modo diverso magari qualche ragazza te la darebbe anche, ribatte la ragazza arrossendo lievemente.
Te la darebbe? Propormi in modo più serio? Proprio detto da una corpulenta ragazza che parla come una mercatara? Cerca di essere seria tu piuttosto.
Dio mio, puoi almeno metterti un paio di pantaloni che sei disgustoso? E andate ad aprire a quel poveraccio.
Jasper salta giù dal divano e brandendo i vestiti buttati su una sedia con una mano e trascinandosi Haru dietro si dirige verso la porta da dove provengono improperi.
Aprite questa cazzo di porta, signorine, prima che vi apra il culo!
Il Lord! Jasper lo salutò facendo finta di non sapere chi stesse bussando cercando di abbracciarlo.
Levati sudicio marmocchio, dice il Lord spingendolo via. Ciao Tetsuo, come fai a sopportare questo verme?
Ehi, vecchio catorcio si chiama Haru, cerca di ricordartelo perché sennò ti sculaccio e ti tolgo le caramelle, ci siamo intesi? A quest’ultima affermazione il Lord non rispose ma proseguì a parlare.
Siete il classico esempio di un tesoro dato in mano a due che non sanno sfruttarlo. Avete il pane e non avete i denti. Due teste quadrate che per puro caso hanno trovato il pentolone degli gnomi senza neanche aver notato l’arcobaleno.
Ahah, sei proprio un poeta fallito, Lord!
Lo volete capire o no che questa roba usata così è come usare una figa per grattarsi? Jasper scoppiò a ridere fragorosamente, Dove sta il nesso? Chiese Haru, al che Jasper gli rispose, Il suo nesso è sempre lo stesso. Quest’uomo è fantastico e vive di una sola semplicissima proporzione: l’alcol sta a tutto come l’alcol sta a tutto.
Il Lord che intanto si è accomodato su una sedia posta all’ingresso dell’abitazione dei ragazzi si alza di scatto con non poca difficoltà. Istintivamente Jasper si allontana, Brutto figlio di una cagna ora ti rompo il culo, Eccolo, eccolo che comincia a sbavare e sbraitare, uatà! Jasper si fa scudo con Haru imitando mosse di karate muovendo il suo corpo come fosse una marionetta.
Facciamola finita e datemi quel che dovete.
Jasper tira fuori una busta, Attento che questa è pura, disse al Lord consegnandogli il pacchetto che il Lord gli strappò quasi dalle mani.
Che vuol dire? Rispose il Lord rivolgendosi però a Haru.
Non vuol dire niente, è la solita cosa solo che Jasper scherza sempre e gli piace parlare come nei film, lo sai. Piuttosto, devi raccontarmi cosa hai provato, andiamo nel mio studio.
Ciao signorina e stai attento alle persone con cui scherzi o prima o poi ti ritroverai in guai seri, dice il Lord a Jasper con fare minaccioso che è intanto tornato dagli amici gridando, Il momento del tè è finito, fuori dalle palle tutti, sarete convocati al più presto. Anche Jasper esce da casa di Haru, Ciao sorellina, non farti insudiciare da quel maiale, mi raccomando!
Haru e il Lord sono nello studio di Haru, che poi altro non è che la sua camera da letto.  
Sogni lucidi in mezzo alla tempesta del subconscio? Impotente tra i mostri?
Ragazzo, ma voi l’avete provata questa roba?
Certo sig. James.
E quindi? A me pare un incubo. I sogni sono fatti come sono fatti e questa roba potrebbe essere la più grande invenzione del secolo ma è giusto usare degli accorgimenti. Proprio oggi, prima di venire da voi ho avuto il sogno lucido più bello che potessi fare. Penso di aver capito come stimolare certi tipi di sogni e non farsi prendere dai moti del subconscio.
Immaginavo. E per questo motivo stiamo cercando di capirci di più e chiediamo pareri a quelle persone che possano aiutarci. Viste le sue esperienze pensavamo che lei fosse un ottimo tester.
Una cavia, vorrai dire. Ma non importa. Cerca solo di tenermi quel moccioso lontano perché un giorno o l’altro...
Mi scuso per i modi di Jasper. È buono, sa? E la stima quanto la stimo io, solo che è fatto così, ma le assicuro ancora che è una persona buona oltre che uno scienziato geniale.
Sarà. Ti saluto Haru e perdona se ti prendo in giro ma è colpa di quella canaglia.
Non si preoccupi. Ho a che fare con Jasper da talmente tanto tempo che alle prese in giro ormai sono abituato. Piuttosto lei continui ad esporci i suoi dubbi.