Gli ospiti della serata del tè hanno appena abbandonato
la casa di Haru.
Jasper sovrappensiero:
Ogni volta che ci si ritrova per il tè, prima di uscire
rimangono sempre tutti a parlare con Haru. Anche quella cagna maledetta.
Parlano con Haru e quel coglione, montato e inutile professore. Io ho sempre
odiato le chiacchiere sulla porta. Se te ne devi andare, te ne devi andare; non
che mi attacchi mille discorsi, cazzo, sennò ci si risiede e parlare e far
bisboccia, ma da seduti.
Tu non sai stare seduto Jasper, stai sdraiato o
appollaiato sulla poltrona o a testa in giù… disse Haru a Jasper che sobbalzò
dallo spavento insieme a Haru a sua volta spaventato dal sussulto di Jasper,
Che cazzo hai? Mi hai fatto prendere un colpo! Disse Haru
a Jasper, Perché non ti rilassi un po’?
Sei tu che cammini come un cazzo di samurai, non ti avevo
neanche sentito! Ero assorto nei miei pensieri. Ma, hai detto cazzo?
Sì, ho detto cazzo.
Sei carino quando dici le parolacce sai, sorellina? Disse
Jasper appoggiando la testa sulla spalla di Haru che avvertiva da tempo ormai
davvero come un fratello. Peccato che invece Haru sopportasse sempre meno il
suo socio.
E Tamun stasera non rimane? Non mi vuoi raccontare
niente? Hai abbandonato la tunica da chierichetto e sei entrato a far parte del
mondo della depravazione? Non te lo chiedo neanche, sento puzza di verginità da
chilometri e finalmente – disse Jasper allargando le braccia e respirando a
pieni polmoni – questa casa non puzza più.
Dai finiscila e pensa ai problemi tuoi ogni tanto.
Ma dai, raccontami! Lo sai che scopare e non raccontare è
come non aver scopato?
Forse un giorno, ora volevo solo chiarirti una cosa…
Dimmi stallone giapponese, sono tutto orecchi.
Quelle persone di cui parlavi… sì, stavi parlando ad alta
voce ma lo fai spesso… poco male, sai perché rimangono sempre sulla porta?
Perché, illuminami!
Perché ogni sera diventi sempre più insopportabile e
fatico a tenere unito il gruppo. Sono tutti stremati, offesi…Comunque sappi che
mi sono stufato anch’io.
Di cosa?
Di molte cose, di tutto forse. Continua a fare ciò che
credi col Lord, io continuerò a fare la mia parte ma non so per quanto. Sta
diventando tutto pesante. Anche queste serate. E quella di domani penso proprio
che sarà l’ultima. Sinceramente ho perso interesse in questi ritrovi e non sono
neanche più tanto convinto di ciò che stiamo facendo. E poi far convivere tutte
queste persone (sempre di più e sempre più “rumorosi”) insieme a te che insulti
tutti e io che devo far da paciere mi ha stancato. Se prima ti si poteva
giustificare come genio goliardico, istrionico e pieno di eccessi ora passi
semplicemente tutto il tempo ad insultare tutti.
Non li sopporto, sono stupidi inutili. E poi…
Poi cosa, dillo su…
C’è quel pezzo di merda che non sopporto… lo odio.
Il professore?
Sì, lo odio. Odio lui e odio tutti quelli fatti come lui.
Ma perché mi stai facendo il terzo grado?
Nessun terzo grado, volevo solo renderti partecipe di una
realtà che avevi confuso. Quelle persone non rimangono a scambiare convenevoli
sulla porta. Mi intimano di stare attento perché sei fuori controllo e
sinceramente penso spesso che abbiano ragione. E per quale motivo questa
rabbia? Ecco è questo che vorrei sapere.
Perché sono sincero e non mi faccio problemi.
Ma per piacere…
Sarà banale, ma è così, Haru. Non scomodare i complessi
di Edipo o Elettra lasciali per quella troia, io ho un complessone, una big
band direi quasi, di megaultrasuper complesso di superiorità. E sai perché ci
credo? Perché tu spesso mi sei superiore in umanità e conoscenze – la parola
“umanità” disegnò un grosso punto interrogativo su tutto il corpo di Haru – e
quindi ho la certezza di non essere pazzo: semplicemente, tolti alcuni rari
casi come te, godo di uno stato evolutivo superiore rispetto alla stragrande
maggioranza degli esseri umani che devono, di conseguenza, prenderne atto e
subordinarsi. Non so come tu faccia ma a me, aver a che fare con questi
ritardati, annoia terribilmente.
Penso che basti leggere anche solo un libro per rientrare
nella medesima statistica di cui ti fregi tu ora.
Ecco, capisci cosa dico? Sei l’unico in grado di
smontarmi. Mi sento come dal fisioterapista quando sto con te. Mi massaggi le
cervella… le cervella… le cervella.
Haru guardava quasi con pietà quell’individuo che si
divertiva pronunciando una parola ritenuta in quel momento – per motivi
conosciuti ormai solo da lui – divertente. “Le cervella” ripeteva sorridendo,
poi di scatto, Dì la verità quella troia si scopa quello sfigato?
L’unico sfigato qui mi sembri tu. Parli come un ragazzino
di strada che non ha mai potuto frequentare le scuole. Comunque se quella troia
e quello sfigato corrispondono a Maia e al professore che vuoi che ne sappia;
sono molto in sintonia…non mi sorprenderebbe, diciamo. Disse Haru al limite della
sopportazione come non lo era mai stato nei confronti di Jasper.
Bravo! Bravi tutti. Poi un giorno mi racconterai cosa
avete tanto da raccontarti tu e quel pezzo di merda.
Senti perché non te ne vai? Sono stanco e cerca di farti
una bella dormita piuttosto, ultimamente sragioni più del solito.
Una bella dormita? Che coraggio che hai Haru! Tu
piuttosto pensa a scopare di più e a non passare le notte a cercare lo spirito
della vecchia in giro per il mondo dei sogni...
Sparisci immediatamente, domani ti chiamo ma devi darti
una regolata, anche la mia pazienza ha un limite.
Ancora una cosa, sorellina. Ma tu credi veramente alle
stronzate che racconta quel coglione?
Non è un coglione e secondo me ha ragione quando dice che
ti rode.
Cosa intendi?
Che probabilmente lui è in grado di fare cose che tu non
riesci a fare.
Come osi pensare un’enormità del genere? Io nei sogni
sono il dio del mondo, neanche tu puoi avere idea di ciò che ho imparato a fare
e imparerò ancora di più, lui è un pippaiolo.
Quindi nessuno dei due cambia un granché dalla vita
normale, mi pare.
Ahah! Dai, forse hai ragione. Io penso che inventi solo
cazzate ma è vero che mi rode, ma mi rode che tu o gli altri gli diano credito,
disse Jasper con tono di rammarico, dovuto all’affetto nei confronti di Haru.
A te, è altro che dà fastidio …
Che si scopi Maia? Sai che me ne frega, quella cagna si
scoperebbe chiunque. Ma dimmi un po’, tu che fai nei sogni? Anche tu parli con
gli spiriti? Cammini?
Diciamo che la voglia di camminare mi viene. Per il resto
lo sai, sono al capezzale della mia mammina e guardo il paesaggio che ho
intorno; ma questo me lo hai detto già tu ipotizzando i miei sogni da sfigato,
ricordi? Oppure potrebbe essere che certe cose me le tengo per me esattamente
come fanno tutti? Sai Jasper, questa tua volontà di mostrare la tua superiorità
continuamente è pericolosa…per te.
Sì, disse Jasper perso nei suoi pensieri senza aver colto
il risentimento nelle parole di Haru mentre gli porgeva la giacca.
Va beh dai, ci sentiamo domani, ma tu smettila di odiarmi
che non ti fa bene.
Io non ti odio Jasper, ma spesso sei davvero molto
fastidioso e sembra che tu ti impegni solo ad esserlo sempre di più. Cerca
piuttosto di capirne il motivo, buonanotte.
Jasper s’incamminò verso casa.
Il motivo è che quel pezzo di merda si scopa Maia! E ho
una voglia pazza di fargli saltare i denti, ma Haru mi ha già avvertito, Al tuo prossimo atteggiamento violento ci
salutiamo per sempre! ‘Sto stronzo muso giallo. Tanto senza di me non
riuscirà a fare un cazzo o ha capito come sintetizzare la sostanza? Ma io a
quel pezzo di merda di un professore, un giorno, il modo farla pagare lo
troverò comunque. Ma non è solo quello il
motivo! Cominciò a ripetersi Jasper con una voce carica d’eco, E’ un altrooo, un altrooo. Tu non riesci a
farlo e lui sì, anche Haru lo sa fare, ma tu nooooo. Ma cosa fanno
esattamente? Parlare con gli spiriti? Guarda lo sto facendo anch’ioooooo. Jasper rise fra sé e sé,
imprecò e tornò sui suoi passi. Si era scordato che quella sera si era recato
da Haru in macchina.
*
L’imperatore (pensieri in poltrona)
Il pensiero di Maia e il
Professore si è fatto fastidioso, ed è solo l’inizio. Diventerà tentacolare, si
insinuerà in ogni mio pensiero spargendo debolezza ovunque. Non avrò problemi
nel mio grembo, ho talmente tanti pensieri da sviluppare e poteri da capire che
anche quando il mio inconscio mi presenterà il ridicolo teatrino di quei due lo
caccerò come faccio con quel pagliaccetto fastidioso; ma da sveglio è più dura.
Pensare a quella troietta per cui ho sprecato fin troppi pensieri e parole e a
quel viscido savonarola mi fa venire voglia di spaccare tutto. Calma giovane
Jasper, hai appena scoperto un mondo e ne stai diventando il dio…c’è ancora
molto da fare.
Whatsapp:
Stè, portami soldi, il tuo culo e chiama anche gli altri cani che voglio
mostrarvi i nuovi poteri del vostro imperatore.
*
Tempo un’ora e, come capitava
spesso, la casa di Jasper si era riempita dei suoi amici. Amici si fa per dire,
erano ragazzi conosciuti in tempi diversi con cui aveva in comune l’utilizzo di
svariate droghe, risse e attività classiche di giovani debosciati. Tra questi,
l’unico partecipante dell’ora del tè era Stefano, il suo fidato braccio destro.
La persona a cui più di ogni Jasper e il Lord si erano affidati nello spaccio
di LAP. Ma Stefano era anche la cavia, anzi lo schiavo preferito di Jasper.
*
Li guardava seduto sulla sua
poltrona. Qualcuno rideva, qualcuno fumava e dormiva sonni veloci scambiandosi
al risveglio opinioni sul viaggio avuto grazie a LAP. Si avvicinavano a Jasper,
chiedendo consigli o cercando un plauso per i loro miglioramenti. Avevano
imparato da Jasper a usare l’oppio in abbinamento a LAP, Serve a vivere sonni
continui…
Nessuno si azzardava più a
scopare perché Jasper l’unica volta in cui Stefano osò accoppiarsi con un’amica
a casa di Jasper pare che l’imperatore
pare gli abbia indotto un sogno in cui vedeva Jasper scoparsi la sorella.
Nessuno sa cosa fosse successo esattamente in quel sogno. Ne avevano parlato
solo Stefano e Jasper e al resto della combriccola Jasper aveva detto, Il vostro imperatore sta scoprendo nuovi
poteri ogni giorno.
*
Li guardava dal suo trono.
Pensava al fatto che LAP sembrava una sostanza creata quasi solo per lui. Gli
altri potevano giocarci, in mano sua diventava un dono divino.
Nascondersi
e mentire, cercare riparo dall’inconscio o affrontarlo, riuscire addirittura a
dominarlo, espandere il proprio io che finalmente può sfamare i suoi mostri,
avverare i suoi sogni, sentirsi un dio. Trattare tutto ciò che sono le
manifestazioni egoiche con distacco e cercare di oltrepassare le distrazioni
dell’inconscio guardandosi attorno, cercando forse qualcosa, ma cosa? Ma nella
maggior parte dei casi delle persone che provano LAP il massimo a cui si può
ambire è sogni perfettamente ricordati, leggermente dominati: qualche bella e
più o meno soddisfacente e depravata azione lussuriosa, mangiate luculliane e
brevi e spericolati voli su paesaggi incantati e più o meno affollati. Certo
anche quelli che riescono a essere invisibili, a compiere atti considerati
impuri (a seconda dell’educazione) non convenzionali. Sesso con la sorella o
con ragazze chissà forse un po’ troppo giovani, qualche ammazzatina, qualche
stuprello, e in casi più rari, dove l’intelligenza e la fantasia già esistono,
vere e proprie avventure da fantasy, vestire i panni dei supereroi ma qui ci va
allenamento e particolari attitudini.
Si
vociferava di gente in grado di fare cose miracolose. Non c’era omertà ma anche
le scoperte che sembravano più sensazionali non erano gridate ai quattro venti
poiché comunque bisognava capirle, verificarle. Soprattutto per gente
meticolosa e studiosa come Haru, il professore e Jasper. Anzi, su Jasper, come
sempre, è necessario spendere due parole in più.
La
chiacchierata con Haru gli aveva mostrato la fine dell’ora del tè. Si era già
paventata l’idea di una “separazione” in quanto dichiaravano entrambi in grado
di riprodurre LAP senza aiuti. Haru aveva sentito troppa gente parlare di LAP,
i soldi che puntualmente e sempre in misura maggiore gli portava il Lord non
potevano non pesargli sulla coscienza, sui dubbi.
Jasper
non sopportava la vicinanza di Haru e del professore. Sapeva che
“sperimentavano” qualcosa insieme. Il fatto è che Jasper aveva smesso di
lavorare. Nel suo laboratorio all’università dove si occupava di ricerca
semplicemente, un giorno, non è più andato. Chi glielo faceva fare con tutti i
soldi che gli entravano?
Faceva
continuamente festa a casa sua. Jasper era il loro oracolo, il loro maestro, il
loro imperatore, il loro dio. Era stato egli stesso a darsi questi titoli e i
suoi sudditi o discepoli accettavano di buon grado ciò. La supremazia di Jasper
era incontrastata e incontrastabile. Aveva insegnato loro, anzi aveva
consegnato loro un nuovo fantastico mondo. Grazie ai suoi trucchetti e ai suoi
insegnamenti ecco che un gruppo di debosciato poteva finalmente dar vita ai
propri sogni.
Le
novità dell’ultimo periodo coinvolsero tutti, da Haru ai partecipanti della
Zattera alla combriccola di Jasper. I tre maestri, le tre guide (Haru, Jasper e
il professore) acquisirono una maestria nell’utilizzo di LAP che permise loro
di salire uno scalino di una scala che ancora nessuno sapevo dove avrebbe
portato anche se ognuno di loro aveva ben chiaro la meta: serenità e una
migliore comprensione del concetto di “umanità” per Haru, l’Assoluto, il
metafisico, il divino per il professore, la scoperta della propria superiorità
e divinità per Jasper.
Il
fiume di soldi che cominciò a scorrere nelle tasche di Haru, Jasper e del Lord
(che intanto aveva creato una vera e propria organizzazione per la vendita di
LAP oltre che a tenere contatti con autorità al fine di evitare “problemi” in
quanto, nonostante l’atossicità di LAP il rischio di diventare da possibili
premi Nobel e delinquenti era sempre dietro l’angolo) non fece altro che far
lievitare questa situazione già di suo in esponenziale crescita. E la diaspora
successiva fu una delle conseguenze.
*
Jasper in piedi sulla poltrona cominciò a parlare al suo
pubblico di sballati:
Vago cercando ciò che può
interessarmi. Evitando come successe col sesso di creare vortici paurosi di
dipendenza che è sinonimo di dissolvimento.
Non farsi prendere mai,
comandare, domare.
L'esistenza è un vortice. Un
buco. Ecco un buco. Che certo facilmente si trasformerà in una fichina. Volete
che ve lo faccia vedere?
Jasper cominciò a gridare come un
supereroe dei cartoni animati – non era necessario lo faceva apposta – e poi il miracolo. Visto non da tutti nello
stesso modo ma chi meglio chi peggio videro lo spazio più cupo bucarsi...
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