Guarda che meraviglia, speriamo in quest’estate perché
un’altra estate di freddo e pioggia non la sopporterei. Che poi ho sentito dire
che a causa dell’inquinamento ci aspettano anni di gelo, disse Jasper a Haru
mentre entrambi si stavano recando a casa di Haru. Jasper camminava sul muretto
adiacente la strada a volte allargando le braccia per recuperare l’equilibrio,
Non so, anche a me piacciono le calde giornate estive e lo scorso anno ho
patito anche io pur non essendo una lucertola come te, disse Haru guardando
verso l’alto l’amico che camminava come faceva lui da bambino. Molto spesso
Jasper gli ricordava un bambino, pensò ancora, Sì io adoro il caldo e più di
una volta ho pensato di abbandonare queste lande desolate e senza sole, amico
mio... la seguente frase fu pronunciata da Jasper saltando giù dal muretto
quasi bisbigliata all’orecchio di Haru, Solo che già qui siamo notevolmente più
intelligenti della media, tutti i paesi che mi vengono in mente sono posti da
trogloditi; anche l’evoluzione parla chiaro: al sole si sta bene ma ci si
instupidisce... ormai non c’è scelta per noi, sorellina, siamo due fottutissimi
geni. Disse Jasper camminando ora a braccetto con Haru, Hai mai notato che
questa parola è sempre accompagnata da un aggettivo che la vorrebbe screditare
o sminuire? Disse Haru colpendo l’attenzione dell’amico.
In che senso, di che parli? Chiese Jasper.
Della parola “genio”; si dice sempre fottuto genio o
mezzo genio, non hai mai notato? Al che Jasper riprese a braccetto Haru che si
era intento fermato per sottolineare il suo pensiero e disse ridendo ad alta
voce, Sei proprio la mia sorellina intelligente.
E comunque non piace perdermi dietro meteoropatia o
peggio ancora complottismo; visto che siamo umani dovremmo, disse Haru
svincolandosi dall’abbraccio sempre meno affettuoso e sempre più fastidioso
(gli infilava un dito nell’orecchio, poi nel naso) di Jasper, Dovremmo
adeguarci, abituarci agli sconvolgimenti del clima, o no?
Calò di colpo il silenzio mentre i due giovani si
recavano da scuola a casa di Haru. Rimasero soli coi propri pensieri.
Jasper aveva l’abitudine di ricordare la storia delle
strade e dei quartieri che attraversava. Due file di ciliegi in fiore li
accompagnavano durante il tragitto.
Jasper guardava la pavimentazione e l’edificio adibito ad
asilo prospiciente una piccola piazza con una fontana raffigurante una stele
commemorativa ai caduti in guerra che spezza, con una rotonda, il viale
alberato. Fu costruito durante le seconda guerra mondiale per dar coraggio a
chi resisteva agli attacchi tedeschi. All’epoca la strada non era pavimentata
come ora ma aveva un semplice battuto solcato da carri e dalle prime
automobili. Il monumento non aveva attrattive di nessun tipo e probabilmente
per questo motivo è stato sacrificato all’urbanistica. A Jasper piaceva
ripassare questi dati storici in relazione ai cambiamenti della città.
Haru, guardando quei ciliegi, veniva invece sempre
colpito da un leggero moto malinconico. Pensava a quei ciliegi che sono del
tipo che ci sono in Giappone, i sakura. Quelli cantati nelle poesie, negli
haiku, quelli per cui si sprecano feste in tutta la nazione. Anche lì hanno
quest’aspetto piangente. Una bellezza che va a morire?
*
Quel giorno aspettavano il gruppo di cavie e avevano
organizzato un tè a casa di Haru per presentare ai partecipanti il loro
progetto.
*
Parla Jasper.
Ok eccoci qui riuniti. Faccio io le presentazioni visto
che siete dei gran timidoni.
Dagli ospiti si sollevarono dei Parla per te, Ma chi te lo ha detto, col tono per nulla sostenuto
ma divertito in quanto tutti conoscevano, chi più chi meno, Jasper e mai
avrebbero accettato di fare da test per i suoi esperimenti se non avessero
avuto fiducia nel suo genio ma soprattutto se questo genio non fosse “tutelato”
da quello di Haru, su cui nessuno riponeva dubbi etici.
E dunque. Questa graziosa villetta in cui ci ritroveremo
una volta a settimana fino a quando non ci sarete più utili è la casa di Haru
che ringraziamo tutti ora per non dover perdere tempo in inutili pompini dopo.
A proposito, chi fra le donzelle volesse ripagare me e Haru dal continuo
apporto che diamo alla comunità ricordi che il pompino non è mai abbastanza ma
è un buon inizio.
Jacob lo studente del professore cominciò a ridere con
una risatina che mal si confaceva al suo testone quadrato, pensò Jasper, Maia,
la ragazza che sembrava una scappata di casa – come la vedeva Haru – continuava
a stuzzicarsi il labbro esponendo un sorriso malizioso nei confronti di Jasper
mentre il professore di filosofia si girò verso Haru chiedendogli, Ma farà così
sempre? Purtroppo sì, fu la risposta comunque divertita di Haru.
Dopo il solito show di Jasper, Haru cominciò a servire il
tè mentre il Lord con tono affettato sottolineò l’ottima scelta dell’Earl Grey
da parte di Haru, E in questo il Giappone e l’Inghilterra possono dirsi simili,
giusto?
Nessuno raccolse l’osservazione del Lord che sembrava non
aver a che fare con tante persone da molto tempo; fuori luogo come sempre.
Cominciarono a far ciò per cui erano venuti, parlare cioè
dei loro sogni. Di come si sono abituati poco per volta. Al muoversi. Al venir
trasportati da un sogno all'altro.
Ci sono persone che
riescono a controllare i sogni e a interagire con gli stessi, col mondo reale.
È una rinascita, poco per volta ti si svela un mondo.
C'è chi pensa che
ci possa essere un contatto tra i mondi dei sogni di tutti.
In che senso?
Ti spiego, c'è chi
pensa che vagare nel modo giusto possa portare il pensiero a incontrare quello
di un altro.
Capisci a cosa possa portare una cosa del genere su grande scala?
Tra qualche anno?
Una corsa al potere per quel mondo.
Una ricerca di pace
e serenità.
Potremmo essere intoccabili o ci toccherà
ancora subire il prossimo? Disse infine il professore.
Togliete l’erba a quell’uomo per carità quante
stupidaggini, disse Jasper per canzonare il professore, invito come quello del
Lord non raccolto da nessuno.
In certe situazioni, pensava Haru dopo un furtivo sguardo
verso il Lord e Jasper, entrambi finiscono per isolarsi nel tentativo di
isolare o schernire il prossimo, una ricerca di attenzioni la loro
assolutamente identica nonostante siano due personaggi così lontani.
Jasper un discorso del genere non sarebbe mai disposto
neanche ad ascoltarlo poiché al suo superficiale giudizio (sanno tutti che è
solo una facciata) nessuno al mondo è al suo livello; figuriamoci un essere
viscido come il Lord. Però, anche il Lord aveva colto quanto osservato da Haru.
Conosceva infatti – suo malgrado – tutte le sfumature dell’asocialità. Ma cosa,
nello specifico, lo mette in comune ad un ragazzo parecchio più giovane di lui
e così diverso? Così poco rispettoso nei confronti di persone, istituzioni e
patria? Bah…
*
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